Dopo La Notte della Taranta 2018, le polemiche

La bandiera NO TAP al concertone “La Notte della Taranta”

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Il parere di Alessandro Schito Scarpina

La brillante idea di “gustarmi” il Concertone per intero non mi verrà più. Aggiu ‘mparatu! L’ultima volta che ho fatto questo era l’ultimo anno di Einaudi e sinceramente l’avevo lasciato molto ma molto meglio.
Si è toccato il fondo sotto tutti i punti di vista, mi dispiace ma è piaciuta, secondo me, solo agli ubriachi che pogavano sotto il palco (giustamente direi cusì almenu stiane senza pinsieri).
Non vi preoccupate cari amici, so per certo che la NdT non è un concerto di musica TRADIZIONALE nel senso più puro del termine (che poi dovrebbero spiegarmi sta cosa) ma non si può svilire 1.000 anni di storia salentina in quattro ore di musica e se qualcuno dicesse: “era un esperimento!”, beh rispondiamogli: “esperimento andato male, riparta da capo!”
SVUOTAMENTO DEI CANTI: le melodie dei canti salentini sono tra le più particolareggiate che ci possono essere al mondo, se ne accorse Alan Lomax tanto tempo fa che dopo aver fatto il giro del mondo scrisse un libro solo sul soggiorno italiano e quindi giù da noi dove si intrattenne per un buon lasso di tempo.

Tutto quel rifacimento melodico dei canti è stata una forzatura non da poco che ha svuotato tutte le contaminazioni REALI che il nostro amato Salento ha dovuto subire nel corso degli anni e della sua storia. Fate tutti gli esperimenti che volete ma almeno rispettiamo la peculiarità del canto sennò si appiattisce tutto e diventa un concerto di “pop” music.

TEMPO E RITMO ALLA BENNY HILL: il rispetto del ritmo te lo impone la canzone perchè velocizzando, le parole, diventano incomprensibili. Questa è la base di ogni musica che si rispetti. Penso.

TAMBURO QUESTO SCONOSCIUTO: nella maggior parte dei brani si lasciavano partire i tamburi (sotto direzione del batterista) con evidente giubilo del pubblico e poi non si riusciva a sentirli più, ma loro c’erano, ve lo assicuro,non se ne andavano mica. Tra un pò i tamburellisti verrano tenuti lì per formalità e poi fatti mettere gentilmente alla porta. Einaudi no docet.

CAZZATE A GOGO’: ricordo all’artista che enunciava il nostro miscuglio sanguigno e somatico che non è grazie alle migrazioni che è avvenuto ciò ma alle OCCUPAZIONI e alcune anche molto sanguinose. Il salentino è stato soprattutto un emigrante, su questo si poteva ragionare.

LA MAESTRA: bravissima artista non c’è che dire ma in un mese di Salento dovresti essere un genio per poter capire il senso e la forza di una cultura improntata alla terra.

CONCERTO DI CASTRIGNANO’: furbescamente l’amico Antonio da quel palco ne esce sempre rafforzato e quest’anno ancora di più, cantando i suoi cavalli di battaglia che più oggettivamente fanno presa sulla gente (Mara la fatìa spettacolare come al solito). Ad un certo punto mi è sembrato di vedere un suo concerto su RAI 5.

Mi fermo qui ma con questo non mi ritengo un contestatore della NdT, anzi! La filosofìa di avere tutta una nottata incentrata sulla musica, per me, più bella del mondo è semplicemente da favola per non parlare della passerella di musicisti salentini che la rendono semplicemente insuperabile.

E’ proprio perchè a qualcosa gli si vuole bene che ti impegni a non farla stagnare o debordare.
Moi tocca me scusati ca sta trasu in clima partita, stasira c’è u Lecce e quiddhu nu me lu perdu mai, puru ca face schifu!
Vi lascio con un esempio chiaro e lampante di come io abbia lasciato di vedere la NdT 8 anni fa!

P.S. le chiù belle su state: “a sutta stu balcone” e “Pizzica Tarantata” (Giuseppe e la Canizares superlativi!!!), pe quantu ve ne pote futtire…!

Alessandro Schito Scarpina